IL MESTIERE DELL’ANTIQUARIO A ROMA : QUANDO LA PASSIONE DIVENTA UN MESTIERE

Il motivo per cui oggi mi ritrovo ad esercitare la professione dell’antiquario è legato ad un incontro che mio padre fece molti anni prima della mia nascita. La mia famiglia ha incrociato casualmente la strada del mercato dell’antiquariato nel 1964.

Gli anni ‘60 e l’amicizia con Ivo Montanari


Mio padre, a quel tempo, era di stanza nella Polizia di Stato da molti anni, più di venti. Anche mio nonno era stato tutta la vita in polizia. Nel tempo libero mio padre frequentava per passione, insieme a mia mamma, i mercatini dell’antiquariato, acquistando saltuariamente qualche oggetto di modico valore.
Non era la sua unica passione: altra sua grande passione era frequentare l’ippodromo, il cinodromo, per scommettere sulle corse. Proprio durante una domenica passata al cinodromo (adesso non esiste più, chiuso dal 2002 ) ha conosciuto colui che negli anni appresso è diventato un suo inseparabile amico e socio in affari. Un tale di nome Ivo Montanari; mio padre mi ha raccontato che una domenica iniziarono a parlare di cani: Ivo sosteneva davanti ad una platea eterogenea di scommettitori, appassionati di corse…  che i cani in Inghilterra erano altissimi.

Mio padre si girò, incuriosito, e gli disse: “E te che ne sai?”

I viaggi in Inghilterra alla ricerca di arredo antico

Ivo andava in Inghilterra per lavoro. Raccontò che essendo stato per molti anni prigioniero di guerra in Inghilterra, conosceva molto bene la lingua e il paese. Disse che tutt’ora andava periodicamente in macchina (a quel tempo il costo del viaggio in aereo era altissimo) a fare il giro dei mercatini, piccoli antiquari, case d’asta, per acquistare ciò che riteneva vendibile. Una volta riempito il portabagagli della macchina tornava in Italia e vendeva ciò che aveva acquistato. Questo tipo di figura professionale nel mondo dell’antiquariato viene chiamato “Runner.

Mio padre rimase affascinato da quel racconto; nei mesi successivi, continuando a frequentare Ivo, si misero d’accordo per fare un viaggio insieme, perché ad Ivo serviva un aiuto. 

Polizia o antiquario? Il bivio della vita

Mio padre, prendendo le ferie di volta in volta, iniziò quindi a viaggiare in Inghilterra con Ivo, acquistando anche lui qualche piccolo oggetto. Oggetto che rivendeva appena tornato in Italia, senza alcun problema. Si rese subito conto di trovarsi davanti ad un bivio: da una parte il lavoro del poliziotto, per il quale, a differenza di mio nonno, non aveva mai mostrato particolare predisposizione ma “sicuro” economicamente; dall’altro un lavoro eccitante, che gli permetteva si di viaggiare e conoscere posti e persone nuove, ma una strada piena di imprevisti e di insicurezze.

La scelta

Nella scelta lo aiutò mia mamma, che lo incoraggiò ad intraprendere questo nuovo percorso e lo aiutò senz’altro l’innata propensione per il rischio e la scommessa, “ virtù” che solo gli appassionati di ippodromi e cinodromi hanno. 
A pochi mesi di distanza dal fatidico incontro con Ivo, mio padre lasciò definitivamente la Polizia di Stato, dando le dimissioni e aprì una società di importazione di antiquariato con il suo nuovo amico. Oggi giorno può sembrare assurdo lasciare un posto fisso per intraprendere un’attività del genere… Ma gli anni ’60 erano un’altra cosa. 

La nascita dell’attività imprenditoriale

Il boom economico era in pieno svolgimento e le persone avevano più fiducia nell’attività privata. Mio padre da allora ha intrapreso una scalata imprenditoriale velocissima e di successo che ha portato l’azienda (la società con Ivo Montanari ebbe vita breve) a diventare un grosso punto di riferimento per altri antiquari, collezionisti e chiunque volesse avvicinarsi in sicurezza al meraviglioso mondo dell’antiquariato. Due sono stati i punti di forza di mio padre: l’innata capacità per valutare e distinguere ciò che è bello da ciò che non lo è (caratteristica fondamentale per esercitare questa professione che prescinde da altre competenze tecniche specifiche) e il dono di riuscire ad entrare in empatia con le persone.

L’attività commerciale – dal 1964 al 1999

La “nicchia commerciale” che mio padre ha occupato durante tutta la sua carriera è stata quella dell’importazione. Ha iniziato nel 1964 ad importare mobili antichi dall’Inghilterra ed ha finito, complice l’aggravarsi della sua malattia degenerativa, l’Alzheimer, che l’aveva colpito da molti anni, nel 1999, dando le dimissioni da amministratore unico dell’ Antiquariato Europeo e lasciando a me il timone, che già da molti anni lavoravo per lui come responsabile degli acquisti  di stanza fisso in Inghilterra.
Il motivo per cui mio padre ha sempre importato mobili antichi dal Nord Europa è semplice ed è legato alla legge della domanda e dell’offerta che regola il mondo del commercio. In Italia dagli anni ’60 agli anni ’90 l’antiquariato è andato molto di moda; erano pochi i privati che vendevano i propri mobili. Di conseguenza, noi antiquari eravamo costretti a recarci all’estero ad acquistare. 

Il boom e l’acquisto all’estero

A volte, soprattutto negli anni ’80, la richiesta era così alta che acquistavamo 1000-1500 tra oggetti, quadri e mobili ogni mese. Negli anni ’90 l’Antiquariato Europeo aveva un compratore fisso a Londra. Dal 1996 al 1999 data l’altissima richiesta di mobili inglesi, mio padre volle che mi recassi personalmente a Londra, dove ho vissuto  anni molto belli , acquistando tutti i giorni antiquariato da commercianti, privati, case d’asta, mercatini etc.

Il cambio di direzione dell’antiquariato

All’inizio del XXI  secolo il vento favorevole al commercio dell’antiquariato iniziò ad affievolirsi sino a cambiare direzione. Arrivata dal mondo anglosassone, la moda del minimalismo iniziò a contagiare dapprima i giovani, ampliandosi successivamente a tutte le fasce di età. 

Dal 2000 in poi, fino ad oggi, noi antiquari abbiamo assistito, inizialmente sorpresi e successivamente sbigottiti, ad un vero e proprio crollo delle quotazioni dei mobili e degli arredi antichi. Quegli stessi privati che gioiosamente negli anni ’70 – ’80 – ’90 venivano ad acquistare arredi antichi ci hanno contattato nuovamente per rivenderli, poiché stufi di essi. Abbiamo naturalmente smesso di importare dal Nord Europa e ci siamo specializzati, adattandoci alle mutate condizioni, ad acquistare arredi antichi da privati a Roma e in tutta Italia.

Il mercato dell’antiquariato oggi

A chi vendiamo oggi l’antiquariato?

Un po’ in tutto il mondo.

La tecnologia è intervenuta in soccorso di un mercato molto difficile, permettendoci di intercettare, grazie a strumenti quali Facebook, Instagram, quella clientela di appassionati rarefatti ma ancora esistente. 
Certo, sono lontani i tempi in cui gli antiquari partivano in macchina, affrontando lunghi viaggi fino all’Inghilterra e poi in Scozia, cercando oggetti di valore.

Centinaia di foto mi arrivano oggi sul cellulare durante il giorno. La sera, comodamente dal divano di casa seleziono gli arredi più interessanti, instaurando la trattativa con il venditore. 

Di quei tempi antichi rimangono i racconti dei vecchi antiquari del centro, ultimi pionieri di un’era passata.

Gianluca Scribano

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